Era nato con violente passioni e con gagliardo sentire; ma la forza delle sue emozioni non era minimamente da altri sospettata. Agli occhi del mondo ei nascondeva la gioia, il dolore, l'affezione, il risentimento sotto il velo d'una calma flemmatica, che lo faceva reputare il più freddo degli uomini. Coloro che gli recavano buone nuove, rade volte potevano in lui scoprire il più lieve segno di contento. Chi lo vedeva dopo una disfatta, in vano cercava di leggergli in volto il dispiacere dell'animo. Lodava e riprendeva, premiava e puniva con l'austera tranquillità d'un capitano di Mohawk; ma coloro che bene lo conoscevano e gli stavano da presso sapevano pur troppo che sotto cotesto ghiaccio ardeva perpetuamente un gran fuoco. Rade volte l'ira gli faceva perdere il contegno. Ma quando davvero lo invadeva la rabbia, il primo scoppio ne era tremendo, si che altri appena reputavasi sicuro a farglisi da presso. In simiglianti rari casi, nulladimeno, appena riacquistava lo impero delle proprie facoltà, faceva tali riparazioni a coloro che ne avevano patito il danno, da tentarli a desiderare ch'egli andasse nuovamente in collera. Nell'affetto procedeva impetuoso come nell'ira. Amando, egli amava con tutta la vigoria della sua vigorosissima anima. Quando la morte lo privava dell'oggetto amato, que' pochi che erano testimoni del suo strazio, temevano non volesse perdere il senno o la vita. A' pochi intimi amici, nella cui fedeltà e secretezza ei poteva onninamente riposare, era un uomo ben diverso dal riserbato e stoico Guglielmo, che la moltitudine supponeva privo d'ogni mite sentimento.
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Mohawk Guglielmo
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