La Principessa d'Orange non aveva il più lieve sospetto de' pensieri del marito. Il vescovo Compton, suo istitutore, con gran cura l'aveva erudita nelle cose di religione, insegnandole specialmente a guardarsi dalle arti de' teologi cattolici romani; ma l'aveva lasciata profondamente ignara della sua posizione e della Costituzione inglese. Ella sapeva che, per dovere conjugale, era tenuta ad obbedire al proprio sposo; e non le era mai venuto in mente come la relazione in cui stavano entrambi potesse essere invertita. Nove anni erano corsi di matrimonio innanzi ch'ella sapesse la cagione del malcontento di Guglielmo; nè l'avrebbe mai saputa da lui. Generalmente, ei per natura inchinava più presto a chiudere in cuore che a sfogare i propri dolori; ed in cotesta peculiare occasione le sue labbra rendeva mute una ragionevole delicatezza. In fine, per mezzo di Gilberto Burnet, i due coniugi, avuta una spiegazione, pienamente riconciliaronsi.
VIII. La fama di Burnet è stata assalita con singolare malizia e pertinacia. Tali aggressioni cominciarono fino dai suoi primi anni, e continuano tuttavia con non minore virulenza, comecchè egli da cento venticinque e più anni riposi sotterra. Veramente, egli è il bersaglio più adatto che l'animosità delle fazioni e gli spiriti petulanti possano mai desiderare; imperciocchè i suoi difetti d'intendimento e d'indole sono così visibili, che facile è a ognuno il notarli. Non erano quei difetti che ordinariamente si reputano comuni a tutti i suoi concittadini.
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