Ad essa ei volgeva sempre desioso lo sguardo da un'altra patria più altera e più bella. Nella galleria di Whitehall egli amaramente ripensava alla sua avita casa nel Bosco all'Aja; e non sentivasi mai tanto felice, quanto nel giorno in cui dalla magnificenza di Windsor passava alla sua molto più modesta abitazione in Loo. Nel suo splendido esilio ei trovava consolazione creandosi d'intorno, con edifici, piantagioni, escavazioni, una scena che gli rammentasse le uniformi moli di rossi mattoni, i lunghi canali, e le simmetriche aiuole di fiori, fra mezzo ai quali egli aveva trascorsi i suoi giovani anni. E nonostante, cotesto suo affetto per la sua terra materna era subordinato ad un altro sentimento che da gran tempo aveva signoreggiato nell'anima sua, erasi mescolato a tutte le sue passioni, lo aveva spinto a maravigliose imprese, lo aveva sostenuto nelle mortificazioni, ne' dolori, nelle infermità, e che verso la fine della sua vita sembrò per alcun tempo languire, ma tosto ridestossi più fiero che mai, e seguitò ad animarlo fino all'ora suprema, in cui i ministri di Dio recitavano accanto al suo letto di morte la prece de' moribondi. Questo sentimento era la inimicizia alla Francia, e al Re magnifico, il quale in più sensi rappresentava la Francia, e a virtù e pregi eminentemente francesi congiungeva quell'ambizione irrequieta, scevra di scrupoli e vanagloriosa, che ha più volte ridesto contro la Francia il risentimento dell'Europa.
Non è difficile rintracciare il progresso del sentimento che a poco a poco s'insignorì interamente dell'anima di Guglielmo.
| |
Whitehall Bosco Aja Windsor Loo Dio Francia Francia Francia Europa Guglielmo
|