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      In tal guisa, nello istante medesimo, ambidue i grandi partiti cominciarono a porre le speranze e lo affetto loro nello stesso capo. I vecchi repubblicani non potevano ricusare la loro fiducia ad un uomo, il quale aveva per molti anni degnamente tenuta la più alta magistratura d'una repubblica. I vecchi realisti credevano di agire secondo i loro principii, tributando profonda riverenza ad un Principe cotanto vicino al trono. In tali condizioni, era cosa di massima importanza la perfetta unione tra Guglielmo e Maria. Un malinteso tra la erede presuntiva della Corona e il marito, avrebbe prodotto uno scisma in quella vasta massa che da ogni parte andavasi raccogliendo intorno al vessillo d'un solo capo. Avventuratamente, ogni pericolo di questo malinteso fu tolto dallo intervento di Burnet; e il Principe divenne lo incontrastato capo di tutto quel gran partito che faceva opposizione al Governo, partito che quasi comprendeva la intera nazione.
      Non v'è ragione a credere che egli verso questo tempo meditasse la grande impresa alla quale poscia fu da una dura necessità trascinato. Scorgeva bene che la opinione pubblica dell'Inghilterra, comecchè i cuori fossero esasperati dagli aggravi del Governo, non era punto matura per la rivoluzione. Avrebbe senza dubbio voluto evitare lo scandolo che doveva produrre una lotta mortale tra persone strette con vincoli di consanguineità e d'affinità. Anche per ambizione, gli ripugnava il riconoscere dalla violenza quella grandezza alla quale egli sarebbe pervenuto pel corso ordinario della natura e della legge: perocchè, bene sapeva che ove la corona fosse regolarmente toccata in sorte alla sua moglie, le regie prerogative non patirebbero detrimento; ed all'incontro, se ei l'ottenesse per elezione, gli verrebbe concessa con quelle condizioni che agli elettori piacesse d'imporre.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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