Si sarebbe potuto ragunare un Parlamento composto di credenti nella Chiesa Anglicana. Quanto deplorabile sarebbe allora la situazione de' Dissenzienti, collegati co' Gesuiti contro la Costituzione! La Chiesa offriva una indulgenza molto differente da quella concessa da Giacomo, e valida e sacra al pari della Magna Carta. Ambedue i partiti avversi offrivano libertà ai Separatisti: ma l'uno voleva che essi la comperassero col sacrifizio della libertà civile; l'altro gl'invitava a godere della libertà civile e della religiosa.
Per tali ragioni, quando anche si fosse potuto prestar fede alla sincerità della Corte, un Dissenziente avrebbe ragionevolmente dovuto congiungere la propria sorte con quella della Chiesa. Ma qual guarentigia della propria sincerità offriva la Corte? La condotta fino a quel tempo tenuta da Giacomo era nota a ciascuno. Per vero dire, non era impossibile che un persecutore si fosse potuto col ragionamento e con la esperienza convincere dell'utilità della tolleranza. Ma Giacomo non asseriva d'essersi pur allora convinto: all'incontro, non lasciava sfuggire nessuna occasione per protestare come egli da molti anni per principio abborrisse da ogni intolleranza. E nulladimeno, in pochi mesi, aveva perseguitato a morte uomini, donne, giovinette, per la loro religione. Aveva egli agito contro la evidenza e le proprie convinzioni? O adesso mentiva per calcolo? Da questo dilemma non v'era modo a svincolarsi; ed ambedue le supposizioni erano fatali alla pretesa onestà del Re. Era parimente manifesto, ch'egli s'era compiutamente sottoposto ai Gesuiti.
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