Ad Howe, come a Baxter, tornava personalmente utile il mutamento nella politica pur allora seguito. La tirannide stessa la quale aveva sepolto Baxter in carcere, aveva cacciato Howe in bando; e tosto dopo che Baxter era stato tratto fuori della prigione del Banco del Re, Howe da Utrecht ritornava in Inghilterra. Aspettavasi a Whitehall, che Howe adoperasse a beneficio della Corte tutta l'autorità ch'egli esercitava sopra i suoi confratelli. Il Re stesso condiscese a chiedere il soccorso del suddito da lui già oppresso. E' sembra che Howe tentennasse; ma gli Hampden, ai quali era vincolato di stretta amistanza, lo mantennero fermamente fedele alla causa della Costituzione. Una ragunanza di ministri presbiteriani fu tenuta in sua casa, onde considerare le condizioni de' tempi, e stabilire il cammino da prendersi. La Corte era ansiosa di conoscerne il risultamento. Due messi regii erano presenti alla discussione, e recarono la trista nuova, che Howe s'era dichiarato decisamente avverso alla potestà di dispensare, e, dopo lunghe dispute, aveva tratto alla propria opinione la maggioranza della assemblea(854).
XXXV. Ai nomi di Baxter e di Howe è d'uopo aggiungere quello di un uomo loro inferiore e per grado sociale e per istruzione, ma uguale per virtù, e superiore per ingegno; voglio dire Giovanni Bunyan(855). Aveva esercitato il mestiere di calderaio, e servito come semplice soldato nello esercito parlamentare. Ancora nel fiore degli anni, s'era sentito torturare dal rimorso pei peccati della sua gioventù, il più grave de' quali sembra essere stato di quelli che il mondo reputa veniali.
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