Scriveva con cattiva ortografia. Commetteva di frequente errori grammaticali. Nulladimeno, la innata forza del genio e la esperienza di tutte le passioni religiose, dalla disperazione fino all'estasi, supplivano in lui abbondantemente al difetto della dottrina. La sua rozza eloquenza concitava e faceva stemperare in lacrime coloro che ascoltavano svogliatamente gli elaborati discorsi di grandi filosofi ed ebraisti. I suoi scritti erano grandemente popolari nelle infime classi. Uno di essi, intitolato il Viaggio del Pellegrino, venne, vivente ancora l'autore, tradotto in varie lingue straniere. E non per tanto, era pressochè sconosciuto agli uomini dotti e culti; e da quasi un secolo formava il diletto de' pii abitatori delle capanne e degli artigiani, innanzi che venisse pubblicamente commendato da alcuno letterato eminente. Alla perfine, i critici s'indussero a ricercare dove giacesse il segreto d'una popolarità cotanto ampia e durevole; e furono costretti a confessare, che la ignorante moltitudine aveva giudicato più dirittamente dei dotti, e che lo spregiato libercolo era veramente un capo-lavoro. Bunyan(857), per certo, è il primo degli scrittori d'Allegorie, come Demostene è il primo degli oratori, e Shakespeare(858) il primo de' poeti drammatici. Altri allegoristi hanno fatto prova di uguale ingegno; ma a nessun altro di loro è mai riuscito di toccare il cuore, e trasmutare in astrazioni oggetti di terrore, di pietà e d'affetto(859).
Mal potrebbe dirsi che alcun Dissenziente inglese avesse più di Giovanni Bunyan(860) provato il rigore delle leggi penali.
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