Il vegliardo fisse gli occhi negli occhi del Re, e dando in uno scoppio di pianto, rispose:
Sire, io son logoro affatto: mi sento inetto a servire Vostra Maestà o la Città. Ahi! Sire, la morte delle mie povere creature mi ha trafitto il cuore. La ferita mi sanguina più che mai, e la porterò meco sotterra." Il Re per un istante ammutolì confuso; poi disse: "Signore Kiffin, troverò io un balsamo a cotesta piaga." Certamente Giacomo non intendeva dire cosa crudele o insolente; all'opposto e' sembra che fosse, contro l'usato, di modi dolci e cortesi. Nondimeno, la storia non rammenta parole uscitegli dal labbro, che, al pari delle poche riferite, porgano più sinistra idea del suo carattere. Sono parole d'un uomo di cuor duro e di mente abietta, inetto a concepire che v'hanno dolori, a mitigare i quali non valgono nè pensioni nè onorificenze d'uffici(863).
La parte de' Dissidenti favorevoli alla nuova politica del Re, se in prima era poco numerosa, tosto cominciò a scemare; imperciocchè i Non-Conformisti non guari dopo s'accôrsero che la Indulgenza aveva ristretto più presto che esteso i loro privilegi spirituali. La precipua caratteristica del Puritano era lo abborrimento de' riti della Chiesa di Roma. Egli aveva abbandonata la Chiesa Anglicana, perocchè stimava ch'essa somigliasse molto alla sua superba e voluttuosa sorella, la maliarda dalla coppa d'oro e dal manto di porpora. Adesso vedeva che una delle condizioni implicite di quella colleganza, da parecchi de' suoi pastori fatta con la Corte, era che la religione della Corte dovesse essere trattata con rispetto e dolcezza.
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