Sua Maestà quotidianamente vituperava il Dottore con parole indegne d'un Re, e meditava vendicarsene con modo proditorio. Il solo sangue non sarebbe bastato a sbramare quell'odio frenetico. Lo insolente teologo, innanzi che gli fosse concessa la morte, doveva patire i tormenti della tortura. Fortunatamente egli era scozzese; e in Iscozia, avanti che fosse appeso alle forche nel Grassmarket, potevano dirompergli le gambe con lo stivaletto. Per la qual cosa venne contro lui istituito un processo in Edimburgo: ma s'era naturalizzato in Olanda; aveva sposata una olandese; e sapevasi certo che il governo della sua patria adottiva non lo avrebbe(870) consegnato. Fu quindi deliberato di coglierlo alla rete e rapirlo. Con grossa somma di pecunia si presero a soldo alcuni facinorosi uomini per compire la perigliosa ed infame opera. Un ordine di sborsare tre mila lire sterline a cotesto uso fu scritto per esser firmato nell'ufficio del Segretario di stato. A Luigi fu palesato il disegno, e vi prese un caldo interesse. Diceva di volere fare ogni sforzo perchè lo scellerato fosse dato nelle mani del Governo inglese, promettendo ad un tempo asilo sicuro in Francia ai ministri della vendetta di Giacomo. Burnet bene sapeva d'essere in grave pericolo; ma la timidità non andava annoverata fra' suoi difetti. Stampò una coraggiosa risposta alle colpe che gli erano state apposte da' tribunali di Edimburgo. Diceva saper bene che lo volevano ammazzare senza processo; ma affidarsi nel Re dei Re, al cospetto del quale il sangue innocente non grida invano vendetta anco contro i possenti principi della terra.
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