XLV. Rimane ancora a far menzione di tre uomini co' quali Dykvelt tenne relazioni di confidenza, e con l'aiuto de' quali egli sperava di assicurarsi del buon volere di tre grandi classi di cittadini. Il Vescovo Compton assunse lo incarico di acquistare il favore del clero: l'Ammiraglio Herbert imprese di esercitare la propria influenza sulla flotta; e per mezzo di Churchill doveva crearsi un partito nell'esercito.
Non è mestieri ragionare della condotta di Compton e di quella d'Herbert. Avendo essi nelle cose temporali servito con zelo e fedeltà la Corona, erano incorsi nella collera del Re, ricusando di farsi strumenti a distruggere la propria religione. Entrambi avevano dalla esperienza imparato come agevolmente Giacomo ponesse in oblio gli obblighi, e con quanta acrimonia rammentasse quelle ch'egli considerava offese. Il Vescovo con una sentenza illegale era stato sospeso dalle sue funzioni. Lo Ammiraglio in un solo istante dalla opulenza aveva ruinato a povertà. La situazione di Churchill era ben differente. Egli pel regio favore era stato inalzato dalla oscurità ad alto grado, e dalla povertà alla ricchezza. Avendo cominciata la propria carriera da semplice porta-bandiera e da povero, a trentasette anni trovavasi Maggiore Generale, Pari di Scozia e Pari d'Inghilterra: comandava una compagnia delle Guardie del Corpo: occupava varii lucrosi impieghi; e fino allora nessun indizio mostrava ch'egli avesse minimamente perduto quel favore al quale tanto doveva. Era vincolato a Giacomo, non solo per debito comune di fedeltà, ma per onor militare, per gratitudine personale, e, siccome pareva ai frivoli osservatori, pei più forti legami dell'utile proprio.
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