Dichiarò sempre di averci rimesso del suo. Lo accompagnavano vari giovani delle migliori famiglie cattoliche dell'Inghilterra, come sarebbero i Ratcliffe, gli Arundell, e i Tichborne. In Roma alloggiava in palazzo Panfili a mezzogiorno della magnifica Piazza Navona. Fino da' primi giorni era stato privatamente ricevuto da Papa Innocenzo; ma la pubblica udienza fu lungamente ritardata. E veramente gli apparecchi che andava facendo Castelmaine erano così sontuosi, che quantunque fossero incominciati alla Pasqua di Resurrezione del 1686 non furono compiti se non nel novembre dell'anno stesso; nel quale mese il Papa ebbe, o simulò d'avere un accesso di podagra che fece differire la cerimonia. Finalmente nel gennaio del 1687 la solenne presentazione seguì con insolita pompa. I cocchi già lavorati appositamente in Roma, erano così magnifici che vennero reputati degni d'essere trasmessi ai posteri per mezzo di belle incisioni, e celebrati dai poeti in diverse lingue(887). La facciata del palazzo della legazione in quel solenne giorno era decorata con pitture di assurde e gigantesche allegorie. V'erano effigiati San Giorgio col piede sul collo di Tito Oates, ed Ercole che con la mazza percoteva College, il manuale protestante, il quale invano tentava difendersi col suo correggiato. Dopo cotesta pubblica dimostrazione, Castelmaine invitò tutti i più notevoli personaggi che allora si trovassero in Roma, ad un banchetto in quella gaia e splendida sala, la quale Pietro da Cortona ornò con pitture rappresentanti i fatti dell'Eneide.
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