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      La scultura e la pittura, la poesia e l'eloquenza furono adoperate ad onorare gli stranieri: ma le arti tutte erano miseramente degenerate. Vi fu profusione di turgida ed impura latinità, indegna d'un Ordine così erudito; e talune delle iscrizioni che adornavano le pareti, peccavano in cosa ben altrimenti più seria che non fosse lo stile. In una dicevasi che Giacomo aveva spedito al cielo il proprio fratello come suo messaggiero, ed in un'altra che Giacomo aveva apprestate le ali, con che il fratello erasi levato all'eteree regioni. V'era anco un più sciagurato distico, al quale per allora si badò poco, ma che pochi mesi dopo fu rammentato ed ebbe sinistra interpretazione. "O Re," diceva il poeta "cessa di sospirare per avere un figlio. Quand'anche la natura si mostrasse avversa al tuo desiderio, le stelle troveranno modo di compiacerti."
      Fra mezzo a tanti festeggiamenti, Castelmaine ebbe a soffrire mortificazioni ed umiliazioni crudeli. Il Pontefice trattavalo con estrema freddezza e riserbo. Qualvolta lo Ambasciatore lo sollecitava d'una risposta alla richiesta fatta di concedere un cappello cardinalizio a Petre, Papa Innocenzio, facendosi venire un violento colpo di tosse, poneva fine al colloquio. Si sparse per tutta Roma la voce di coteste singolari udienze. Pasquino non tacque. Tutti i curiosi e i ciarlieri della città più sfaccendata del mondo, tranne solo i Gesuiti e i Prelati partigiani della Francia, facevano le matte risate alla sconfitta di Castelmaine; ed egli ch'era poco dolce d'indole, ne divenne furioso, e fece correre in giro uno scritto mordace contro il Papa.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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