Nel pomeriggio, la cavalcata procedè fino a Gloucester; e a due miglia dalla città fu salutata dal Vescovo e dal clero. A Porta Orientale aspettavala il Gonfaloniere recando le chiavi. Le campane sonavano a festa; e le fontane versavano vino mentre il Re traversava le vie per andare al ricinto che chiude il venerando Duomo. Dormì quella notte nel decanato, e la dimane partì per Worcester. Da Worcester andò a Ludlow, Shrewsbury, e Chester, e venne in ogni luogo accolto con segni di riverenza e di gioia, dimostrazioni ch'egli ebbe la debolezza di considerare come prove che il malcontento, provocato dagli atti suoi, era ormai cessato, e che egli poteva di leggieri riportare piena vittoria. Barillon, il quale era più sagace, scrisse a Luigi che il Re d'Inghilterra illudevasi, che il viaggio non aveva recato nessun bene positivo, e che quegli stessi gentiluomini delle Contee di Worcester e di Shrop i quali avevano creduto loro debito accogliere il loro ospite e Sovrano con ogni segno d'onorificenza, si troverebbero più disubbidienti che mai quando verrebbe fuori la questione intorno all'Atto di Prova(906).
Lungo il viaggio, al regio corteo si congiunsero due cortigiani per indole ed opinioni l'uno dall'altro grandemente diversi. Penn trovavasi a Chester per un giro pastorale. La popolarità e l'autorità ch'egli aveva fra' suoi confratelli erano grandemente scemate sino da quando egli s'era fatto strumento del Re e dei Gesuiti(907). Ei fu, nondimeno, assai graziosamente accolto da Giacomo, e la domenica gli fu concesso di arringare in piazza, mentre Cartwright predicava dentro il Duomo, e il Re ascoltava la Messa ad un altare appositamente accomodato nel Palazzo della Contea.
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