Egli era per questo ch'esso si era spinto in capo alla pugna contro coloro che studiavansi di privare Giacomo del suo diritto ereditario! Alla sola fedeltà del clero, il tiranno era debitore di quel potere ch'egli adesso adoperava ad opprimerlo e rovinarlo. Il clero da lungo tempo era assuefatto a raccontare con acerbe parole tutto ciò che aveva sofferto sotto il dominio de' Puritani. Ma i Puritani potevano in alcun modo escusarsi. Erano aperti nemici; avevano torti da vendicare; e anche rifoggiando la costituzione ecclesiastica del paese e cacciando chiunque aveva ricusato di riconoscere la loro Convenzione, non erano stati affatto privi di pietà. A colui, al quale avevano tolti i beneficii, avevano almeno lasciato tanto da poter sostenere la vita. Ma l'odio che il Re sentiva contro la Chiesa, la quale lo aveva salvato dallo esilio e posto sul trono, non era tale da potersi di leggieri saziare. Null'altro, fuorchè la estrema rovina delle sue vittime, l'avrebbe potuto far pago. Non bastava che fossero espulsi dalle loro case e spogliati degli averi: furono con maligno studio chiusi dinanzi a loro tutti i sentieri della vita ne' quali gli uomini della loro professione potessero procacciarsi la sussistenza; e nulla rimase loro che il precario ed umiliante mezzo d'andare accattando per lo amore di Dio.
Il Clero Anglicano, quindi, e quelli tra' laici, i quali erano partigiani dello episcopato protestante, provavano oggimai pel Re quei sentimenti che la ingiustizia congiunta alla ingratitudine fanno naturalmente nascere e crescere nel cuore umano.
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