Il Ministro Olandese risolutamente rispose che poteva provare il contrario con la testimonianza di vari cospicui membri della Chiesa di Sua Maestà; anzi non gli sarebbe tornato difficile additarne lo scrittore, il quale, al postutto, aveva espresso semplicemente ciò che molti preti e molti faccendieri politici andavano tuttodì dicendo nelle sale del palazzo. Il Re non credè opportuno chiedere chi fosse cotesto scrittore, ma lasciando da parte l'accusa di falsità, protestò in tono veemente e solenne che non gli era mai venuto in capo il minimo pensiero di diseredare la maggiore delle sue figliuole. "Nessuno" disse egli "osò giammai accennarmene. Non gli avrei mai prestato ascolto: perocchè Dio non ci comanda di propagare la vera religione per mezzo dell'ingiustizia; e questa sarebbe la più stolta e snaturata ingiustizia." Nonostante siffatte proteste, Barillon(917), pochi giorni dopo, scrisse alla sua Corte che Giacomo aveva incominciato a porgere ascolto a consigli concernenti un cambiamento nell'ordine della successione; che la questione, senza alcun dubbio, era delicatissima, ma v'era ragione a sperare che col tempo e coll'accortezza si troverebbe una via a porre la Corona in capo a qualche Cattolico Romano escludendone le due Principesse(918). Per molti mesi tale questione seguitò a discutersi da' più arrabbiati e stravaganti papisti cortigiani, i quali giunsero per fino a nominare i candidati alla regia dignità(919).
XXII. Nulladimeno e' non è probabile che Giacomo intendesse mai appigliarsi a così insano partito.
| |
Ministro Olandese Chiesa Sua Maestà Dio Barillon Corte Giacomo Corona Cattolico Romano Principesse Giacomo
|