Gl'imprudenti zelatori che armeggiavano con siffatte novelle, predicevano con sicurezza che la creatura non ancor nata sarebbe un maschio, ed erano pronti a scommettere venti ghinee contro una. Affermavano che il cielo non ci si sarebbe intromesso senza un gran fine. Un certo fanatico annunciò che la Regina partorirebbe due gemelli, il maggiore de' quali sarebbe Re d'Inghilterra, il minore Pontefice di Roma. Maria non seppe nascondere il diletto con che udì tale vaticinio, e le sue cameriste si accòrsero che parlandogliene le recavano grandissima consolazione. I Cattolici Romani avrebbero fatto assai meglio se avessero favellato della gravidanza come di cosa naturale, e se si fossero mostrati temperanti nella loro inattesa ventura. Il loro insolente tripudio destò la pubblica indignazione. Dal Principe e dalla Principessa di Danimarca fino ai vetturini e alle pettegole niuno alludeva senza dileggio allo aspettato parto. I belli spiriti di Londra descrissero il nuovo miracolo in versi, i quali, come può bene supporsi, non erano troppo delicati. I rozzi scudieri delle campagne davano in uno scoppio di riso qualvolta s'imbattevano in qualche persona semplice tanto da credere che la Regina dovesse positivamentedi nuovo esser madre. Comparve un proclama del Re che ordinava al clero di leggere una formula di preghiera e rendimento di grazie, la quale era stata composta per cotesto lieto evento da Crewe e da Sprat. Il clero obbedì: ma fu notato che le congregazioni non rispondevano nè facevano segni di riverenza.
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