Nella Camera de' Lordi lo aspetto non era meno minaccioso che in quella de' Comuni. Egli era certo che la immensa maggioranza de' Pari secolari avverserebbe le proposte del Re: e fra tutti i vescovi, che sette anni innanzi erano stati unanimi a difenderlo contro coloro i quali sforzavansi di privarlo del suo diritto ereditario, egli poteva sperare aiuto solo da quattro o cinque adulatori, spregiati da' loro colleghi e da tuttaquanta la nazione(923).
A quanti non erano accecati dalla passione, coteste difficoltà parevano insuperabili. I meno scrupolosi schiavi del Potere mostravano segni d'inquietudine. Dryden diceva sotto voce che il Re provandosi d'acconciare le cose, le rendeva più triste, e così dicendo sospirava gli aurei giorni dello spensierato e buon Carlo(924). Perfino Jeffreys tentennava. Fintanto che rimase povero, mostrossi in tutto e per tutto pronto ad affrontare l'odio pubblico per amore di guadagno. Ma adesso, per mezzo della corruzione e delle estorsioni, aveva accumulate grandi ricchezze; e desiderava conservarle più presto che accrescerle. Il Re aspramente lo rimproverò di lentezza. Temendo che gli venisse tolto il Gran Sigillo, promise tutto ciò che gli fu chiesto: ma Barillon, scrivendo la cosa a Luigi, notò che il Re d'Inghilterra poteva avere poca fiducia in chiunque avesse qualche cosa da perdere(925).
XXV. Ciò non ostante, Giacomo deliberò di andare innanzi. La sanzione del Parlamento era necessaria al suo sistema; ed era manifestamente impossibile ottenerla da un libero e legittimo Parlamento: ma non sarebbe stato affatto impossibile, per mezzo della corruzione, delle minacce, dello arbitrio regio, dello stiracchiamento della legge, mettere insieme un'assemblea che si chiamasse Parlamento e registrasse vogliosamente ogni qualunque editto del Sovrano.
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