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      Dovevansi nominare tali relatori elettorali che si giovassero del minimo pretesto a dichiarare debitamente eletti i rappresentanti favorevoli al Re. Dovevasi far sapere ad ogni impiegato, dal massimo all'infimo, che ove egli desiderasse di ritenere l'ufficio era mestieri, in questa faccenda, mettere il voto agli ordini del Governo. Intanto l'Alta Commissione terrebbe gli occhi sul clero. I borghi, i quali erano già stati riformati per servire ad un altro scopo, lo sarebbero di nuovo per servire a questo. Il Re sperava con tali mezzi ottenere la maggioranza nella Camera de' Comuni; e avuta questa, torrebbe a quella de' Lordi ogni arma da nuocere. A lui incontrastabilmente la legge dava la potestà di creare Pari senza limite alcuno; e adesso era risoluto d'adoperarla. Non desiderava, e certo nessun sovrano potrebbe mai desiderarlo, di rendere spregevole la più alta dignità che la Corona possa concedere. Sperava che chiamando alcuni eredi presuntivi all'assemblea nella quale col tempo dovevano sedere, e conferendo titoli inglesi ad alcuni Lordi di Scozia e d'Irlanda, potrebbe assicurarsi la desiderata maggioranza senza nobilitare uomini nuovi in tanto numero da rendere ridicoli la coronetta e lo ermellino, voglio dire i nomi di Duca e di Conte. Ma in caso di necessità non v'era eccesso a cui egli non fosse pronto a trascorrere. Allorchè fra mezzo una numerosa brigata taluno disse che i Pari sarebbero intrattabili, "Stolto che siete," esclamò Sunderland rivolto a Churchill, "le vostre compagnie di Guardie saranno tutte inalzate alla dignità di Pari(926)."


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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