Deliberato dunque di adulterare il Parlamento, Giacomo si pose con metodo ed energia all'ardua opera. Comparve nella Gazzetta un proclama ad annunziare come il Re volesse riesaminare le Commissioni di Pace e di Luogotenenza, e ritenere ne' pubblici uffici solo que' gentiluomini che fossero pronti a sostenere la sua politica(927). Un comitato di sette consiglieri sedeva in Whitehall onde regolare - era questo il vocabolo - le corporazioni municipali. In quel comitato il solo Jeffreys rappresentava gl'interessi del protestantismo; e il solo Powis i Cattolici moderati: tutti gli altri membri appartenevano alla fazione gesuitica. Fra essi era Petre, il quale aveva pur allora prestato giuramento di Consigliere Privato. Finchè egli non prese seggio al Banco, la dignità ricevuta era stata un segreto per ciascuno, fuori che per Sunderland. A questa nuova violazione della legge il pubblico sdegno scoppiò in violenti clamori; e fu notato che i Cattolici Romani ne sparlavano più de' Protestanti. Il vano ed ambizioso Gesuita ebbe adesso lo incarico di disfare e rifare mezzi i collegi elettorali del Regno. Sotto la direzione del Comitato de' Consiglieri Privati fu istituito un Sotto-Comitato composto di faccendieri di grado più basso, ai quali erano affidate le minuzie dell'impresa. I Sotto-Comitati locali in tutto il paese comunicavano col seggio centrale in Westminster(928). XXVI. Coloro dai quali Giacomo precipuamente sperava aiuto in cotesta nuova ed ardua intrapresa, erano i Lordi Luogotenenti.
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