Le dignità dell'ucciso passarono al suo figliuolo, ancora infante, che aveva nome Carlo. Giunto l'orfanello alla virilità, tutti confessavano che fra' giovani Nobili dell'Inghilterra a nessuno, quanto a lui, la natura era stata prodiga de' suoi doni. Aveva prestante la persona, singolarmente dolce l'indole, tanto alto lo ingegno, che ove gli fosse toccato di nascere in umile condizione, si sarebbe potuto inalzare alle maggiori dignità civili. Tante squisite doti egli aveva siffattamente perfezionate, che innanzi che uscisse di minorità, era reputato uno de' più egregi gentiluomini e sapienti de' tempi suoi. Della sua dottrina porgono testimonio libri d'ogni genere, che tuttora esistono, postillati di sua mano. Parlava il francese al pari d'un ciamberlano della Corte di Re Luigi, e l'italiano come un cittadino di Firenze. Era impossibile che un tanto giovane non desiderasse sapere le ragioni per cui la sua famiglia aveva ricusato di uniformarsi alla religione dello Stato. Studiò con somma cura le dottrine controverse, sottopose i suoi dubbi ad alcuni sacerdoti della sua propria religione, pose le loro risposte sotto gli occhi di Tillotson, ponderò lungamente e con attenzione gli argomenti prodotti da ambe le parti, e dopo due anni d'esame si fece Protestante. La Chiesa Anglicana accolse con gioia lo illustre convertito. Egli godeva grande popolarità, la quale divenne maggiore dopo che si seppe come il Re avesse indarno adoperate sollecitazioni e promesse a farlo ritornare alla abiurata superstizione.
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