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      Come uomo privato, desidero vivere in pace ed affetto con ciascuno." Questa risposta più provocante d'un diretto rifiuto, come quella che olezzava un poco di sì castigata e decorosa ironia da non destare risentimento, fu tutto ciò che gli emissari della Corte poterono ricavare dalle labbra di quasi tutti i gentiluomini delle campagne. Ragioni, promesse, minacce, tutto fu vano. Il Duca di Norfolk, comecchè fosse Protestante e non approvasse il procedere del Governo, aveva acconsentito a servirlo da agente in due Contee. Prima andò in Surrey dove s'accòrse di non potere far nulla(941). Poi passò a Norfolk, e tornò indietro per annunziare al Re che di settanta notevoli gentiluomini che erano in ufficio in quella grande provincia, solo sei porgevano speranza che sosterrebbero la politica della Corte(942). Il Duca di Bedford, la cui autorità estendevasi sopra quattro Contee inglesi e sopra tutto il Principato di Galles, ritornò a Whitehall con nuove non meno scoraggianti(943). Rochester era Lord Luogotenente della Contea di Hertford. Aveva consumato tutto quel poco di virtù che egli aveva in cuore lottando contro la tentazione di vendere la propria fede religiosa. Lo vincolava tuttavia alla Corte un'annua pensione di quattromila lire sterline; e in ricambio era pronto a rendere al Governo qualunque servigio, comunque illegale e disonorevole, purchè non si volesse da lui una formale riconciliazione con Roma. Aveva volentieri accettato lo incarico di corrompere la sua Contea; e lo eseguì, secondo era suo costume, con indiscreto ardore e violenza.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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