Alsop, che s'era illuso di potere fra' suoi discepoli acquistare al Re un gran numero di partigiani, s'accòrse d'essere spregiato ed abborrito da coloro che dianzi gli prestavano riverenza come a guida spirituale; cadde in profonda malinconia, e si sottrasse agli occhi del pubblico. Giungevano deputazioni a vari membri del clero, supplicandoli a non volere giudicare di tutti i Dissenzienti dalle abbiette adulazioni onde di recente andava ripiena la Gazzetta di Londra, ed esortandoli - poichè erano posti alla vanguardia di questa grande battaglia - a mostrarsi imperterriti per difendere le libertà dell'Inghilterra e la fede data in custodia ai Santi. Coteste assicurazioni furono accolte con gioia e gratitudine. Esisteva, nondimeno, molta ansietà e discordanza di opinioni fra coloro ai quali apparteneva deliberare se la domenica del dì 20 si dovesse o non si dovesse obbedire al comando del Re.
XLI. Il clero di Londra, allora universalmente reputato come il fiore del ceto ecclesiastico, tenne una ragunanza, alla quale intervennero quindici Dottori in Divinità. Tillotson Decano di Canterbury, il più celebre predicatore di quel tempo, si mosse dal letto dove giaceva infermo. Sherlock Maestro del Tempio, Patrick Decano di Peterborough e Rettore della insigne parrocchia di San Paolo in Convento-Garden, e Stillingfleet Arcidiacono di Londra e Decano della Cattedrale di San Paolo vi assistevano. L'opinione generale dell'Assemblea, a quanto sembra, era quella di doversi obbedire all'Ordinanza in Consiglio.
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