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      Il vescovo di Londra, come sospeso dalle sue funzioni, non firmò. Era la sera di venerdì in sul tardi: e la domenica mattina la Dichiarazione doveva leggersi nelle chiese di Londra. Era necessario che la petizione pervenisse senza indugio alle mani del Re. I sei Vescovi si recarono a Whitehall(991). L'Arcivescovo, al quale da lungo tempo era stato inibito l'accesso alla Corte, non accompagnò i colleghi. Lloyd, lasciati i suoi confratelli in casa di Lord Dartmouth ch'era presso al palazzo, s'appresentò a Sunderland, pregandolo di leggere la petizione, e di dirgli quando al Re piacerebbe di riceverla. Sunderland, temendo di compromettersi, rifiutò di leggere lo scritto, ma si condusse subitamente alle regie stanze. Giacomo ordinò di far passare i vescovi. Gli era stato riferito dal suo cagnotto Cartwright, che essi erano inchinevoli ad ubbidire al regio mandato, ma che desideravano si facesse qualche lieve modificazione nella forma, al qual fine intendevano presentare una umilissima dimanda. Per lo che la Maestà Sua era di buonissimo umore. Come gli si furono inginocchiati dinanzi, disse cortesemente si alzassero, e prese lo scritto dalle mani di Lloyd, dicendo: "Questa è scrittura di Monsignore di Canterbury." - "Sì, o Sire, scritta di sua propria mano," gli, fu risposto. Giacomo lesse la petizione; la ripiegò; e turbossi nello aspetto dicendo: "Ciò mi sorprende grandemente. Non me lo sarei mai aspettato dalla vostra Chiesa, e segnatamente da alcuni di voi. Questo importa inalzare il vessillo della ribellione.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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