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      Nuovamente le chiese della Metropoli erano affollate di migliaia e migliaia di persone. La Dichiarazione non fu letta in nessuno altro luogo che in quelle poche chiese dove era stata letta la precedente settimana. Il ministro, che aveva officiato nella cappella del Palazzo di San Giacomo, era stato destituito, e in vece(997) sua un ecclesiastico più ossequioso comparve con lo scritto in mano; ma era tanto commosso che non potè profferire parola. E veramente l'opinione pubblica si era manifestata in guisa che nessuno, tranne il migliore e più nobile, o il peggiore e più vile degli uomini, poteva senza scomporsi, affrontarla(998).
      XLV. Il Re stesso per un momento rimase attonito dinanzi alla violenta tempesta da lui suscitata. Che farebbe egli adesso? Andare avanti, o retrocedere: ed era impossibile procedere senza pericolo e tornare indietro senza umiliazione. Ebbe allora il pensiero di emanare una seconda Ordinanza per ingiungere al clero con parole d'ira e d'alterigia di pubblicare la Dichiarazione, minacciando a un tempo che chiunque si mostrasse disubbidiente verrebbe subitamente sospeso. L'Ordinanza fu scritta e mandata al tipografo, poi fu ritirata; poi rimandata di nuovo alla stamperia, e di nuovo ritirata(999). Coloro i quali volevano si adoperassero mezzi rigorosi, consigliavano un diverso provvedimento: citare, cioè, dinanzi alla Commissione Ecclesiastica i prelati che avevano firmata la petizione, e deporli dalle loro sedi. Ma contro questo partito sorsero forti obiezioni in Consiglio.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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