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      Il cappellano ricusò d'obbedire; fu destituito, e la cappella venne chiusa(1012).
      L. I vescovi edificavano tutti quelli che stavano loro d'intorno, per la fermezza e la calma con che sostenevano la prigionia, per la modestia e mansuetudine onde accoglievano gli applausi e le benedizioni di tutto il paese, e per la lealtà ch'essi mostravano verso il loro persecutore, il quale agognava a distruggerli. Rimasero in carcere soli otto giorni. Il venerdì 15 giugno, ch'era il primo giorno dell'apertura del giudizio, furono condotti dinanzi al Banco del Re. Immensa folla di popolo stavasi lì ad aspettarli. Dagli scali del fiume fino alla Corte gli spettatori erano in lunghe file schierati, colmandoli di benedizioni o di applausi. "Amici," dicevano i prigioni passando "onorate il Re; e ricordatevi di noi nelle vostre preci." Queste umili e pie parole commossero gli spettatori fino alle lacrime. Come essi giunsero al cospetto de' Giudici, il Procuratore Generale produsse la requisitoria, che aveva avuto incarico di preparare, e propose che agli accusati si desse ordine di favellare. I loro avvocati dall'altro canto obiettavano dicendo che i vescovi erano stati illegalmente rinchiusi in carcere, e quindi la loro presenza dinanzi la Corte non era regolare. Fu dibattuta lungamente la questione se un Pari fosse tenuto a firmare una obbligazione per presentarsi al giudizio, come incolpato di libello, e fu risoluta dalla maggior parte de' giudici a favore della Corona. I prigionieri allora si dichiararono non colpevoli.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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