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Fate largo" esclamò un altro "all'uomo che ha il papa nel ventre(1036)."
I prelati, a fin d'evitare la folla che chiedeva la loro benedizione, si rifugiarono dentro la più vicina cappella, dove si celebravano gli uffici divini. Quel dì molte chiese erano aperte in tutta la metropoli, alle quali accorreva gran numero di persone pie. Le campane di tutte le parrocchie nella città e ne' luoghi circostanti sonavano a festa. Intanto i giurati non sapevano distrigarsi dalla calca per uscire dalla sala. Erano costretti a stringere le mani a centinaia. "Dio ve ne renda merito," esclamava la gente; "Dio protegga le vostre famiglie; vi siete portati da onesti e buoni gentiluomini; oggi voi ci avete salvato tutti." Come i nobili, i quali erano intervenuti alla udienza per proteggere la buona causa, si rimisero in carrozza, spargevano dagli sportelli pugni di monete fra il popolo, dicendogli bevesse alla salute del Re, de' Vescovi, e dei Giurati(1037).
Il Procuratore Generale recò la trista nuova a Sunderland, il quale per avventura in quell'ora stavasi conversando col Nunzio. "Non vi sono state mai a memoria d'uomo" disse Powis "grida e lacrime di gioia come quelle d'oggi(1038)." Il Re in quel giorno era andato a visitare il campo in Hounslow Heath. Sunderland subitamente spedì un messo a dare la nuova a Giacomo, il quale in quello istante trovavasi entro la tenda di Feversham. Ne rimase estremamente turbato; esclamò in francese: "Peggio per loro!" e partì tosto per Londra. Presente lui, la riverenza impedì ai soldati la libera espansione de' loro cuori; ma appena egli si discostò dal campo, furono udite alte acclamazioni.
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