Erano coteste le complicate difficoltà della grande impresa. Gli statisti del continente ne vedevano una parte; gli Inglesi un'altra. Solo una mente vasta e vigorosa le comprese tutte, e deliberò di vincerle. Non era agevole rovesciare il Governo inglese per mezzo d'un'armata straniera senza offendere l'orgoglio nazionale degli Inglesi. Non era agevole ottenere dalla fazione Batava, partigiana della Francia e avversa alla Casa d'Orange, il consenso ad una impresa che distruggerebbe tutti i disegni della Francia e inalzerebbe a grandezza la Casa d'Orange. Non era agevole condurre i Protestanti entusiasti in una crociata contro il Papismo col plauso di quasi tutti i governi papisti e del Papa stesso. E nondimeno Guglielmo compiè tutte le sopradette cose. Tutti i suoi fini, anche quelli che sembravano singolarmente incompatibili fra loro, egli raggiunse pienamente e a un tratto. Le storie degli antichi e de' moderni tempi non ricordano un simile trionfo di sapienza politica.
L'opera sarebbe veramente stata difficile anche per un uomo di Stato qual era il Principe d'Orange, ove i suoi precipui oppositori non si fossero trovati in preda ad un'ebbrezza tale che da molti, non inchinevoli alla superstizione, fu attribuita a singolare giudizio di Dio. Il Re d'Inghilterra non solo fu, come era sempre stato, stupido e testardo: ma perfino i consigli dello astuto Re di Francia parvero dettati dalla insania. Guglielmo fece ogni sforzo possibile di saviezza e d'energia. Ma i suoi nemici posero ogni studio a sgombrargli il terreno di quegli ostacoli cui nessuna saviezza od energia avrebbe potuto vincere.
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