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      Già quasi tutta l'armata d'Irlanda era composta di papisti Celti per sangue e per lingua. Barillon più volte fervidamente consigliò Giacomo a condurre in Inghilterra quell'armata per coartare gl'Inglesi(1084).
      XVII. Giacomo tentennava. Voleva essere circondato da milizie sopra le quali potesse riposare: ma temeva l'esplosione del sentimento nazionale che si sarebbe manifestato al comparire d'una gran forza irlandese sopra il suolo d'Inghilterra. In fine, come segue spesso allorquando una mente debole si prova di schivare due opposte inconvenienze, egli s'attenne ad un partito che le congiunse tutte quante. Fece venire tanti Irlandesi quanti non bastavano a tenere sottomessa la sola città di Londra, o la sola Contea di York, ma più che bastevoli a destare rabbia e paura in tutto il Regno da Northumberland fino a Cornwall. Un battaglione dopo l'altro, composti e disciplinati da Tyrconnel, approdavano sulle coste occidentali e movevano verso la metropoli; e furono fatte venire non poche reclute irlandesi per riempire i vuoti de' reggimenti inglesi(1085).
      Tra tutti gli errori commessi da Giacomo nessuno fu più fatale di questo. Già aveva perduto lo affetto del suo popolo violando le leggi, confiscando gli averi e perseguitando la religione. Nel cuore di coloro, che un tempo erano stati fervidi zelatori della monarchia, aveva già posto i semi della ribellione. E nondimeno poteva ancora, con qualche probabilità di buona riuscita, rivolgersi allo spirito patriottico de' suoi sudditi contro un invasore; perocchè erano razza isolana per indole e geografica posizione.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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