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      Ne avevamo ora invidiata la prosperitą, ora temuta la potenza, ora gioito della loro amicizia. In onta al nostro insocievole orgoglio, le consideravamo come grandi nazioni, e non negavamo che andavano gloriose di uomini insigni nelle arti della guerra e della pace. Ma essere soggiogati da una casta inferiore era avvilimento oltre ogni credere grandissimo. Gl'Inglesi provavano quel sentimento che proverebbero gli abitatori di Charleston e della Nuova Orleans, se quelle cittą fossero occupate da un presidio di Negri. I fatti genuini sarebbero stati sufficienti a suscitare inquietudine e sdegno: ma cotesti fatti erano inoltre adulterati da mille sinistre finzioni che correvano di caffč in caffč, di bettola in bettola, e andando diventavano sempre pił terribili. Il numero delle truppe irlandesi venute fra noi poteva suscitare ragionevole e grave timore rispetto a' disegni del Re: ma era ingrandito dieci volte pił dal pubblico timore. Poteva bene supporsi che il rozzo fantaccino di Connaught posto con l'armi in mano fra mezzo a un popolo straniero che egli odiava e dal quale egli era odiato, commettesse qualche eccesso. Ma tali eccessi venivano esagerati narrandoli; e per giunta agli oltraggi che lo straniero aveva veramente commessi, gli venivano attribuiti tutti i delitti de' suoi camerati inglesi. Da ogni parte del Regno sorse un grido contro i barbari forestieri che invadevano le case private, prendevano barocci e cavalli, estorcevano danari ed insultavano donne. Dicevasi che cotesti uomini fossero i figliuoli di coloro, che quarantasette anni innanzi avevano fatto strage di migliaia di Protestanti.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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