Lo scopo della missione era a tutti noto; e i due giudici non potevano rischiarsi a comparire in pubblico. La plebaglia, riconoscendoli, gridava: "Fate largo agli ambasciatori(1086) irlandesi;" e il loro cocchio veniva scortato con solenne berlina da una turba d'uscieri e di corrieri che portavano in mano bastoni con patate fitte in punta(1087).
E davvero, in quel tempo l'avversione de gl'Inglesi contro gl'Irlandesi era sì forte ed universale, che la sentivano perfino i più spettabili Cattolici Romani. Powis e Bellasyse anche in Consiglio significarono con aspre e virulente parole la loro antipatia contro gli stranieri(1088); antipatia che era anche più forte fra gl'Inglesi Protestanti, e più forte ancora nell'armata. Nè gli ufficiali, nè i soldati erano disposti a tollerare con pazienza la predilezione che il loro signore mostrava ad una razza vinta e forestiera. Il Duca di Berwick, colonnello dell'ottavo reggimento di linea acquartierato in Portsmouth, ordinò che trenta uomini pur allora giunti dall'Irlanda fossero inscritti ne' ruoli militari. I soldati inglesi dichiararono di non volere servire insieme con gl'intrusi. Giovanni Beaumont Luogotenente colonnello, a nome suo e di cinque capitani, protestò al cospetto del Duca contro questo insulto fatto alla nazione ed all'esercito inglese, dicendo: "Noi componemmo il reggimento a nostre proprie spese per difendere la corona della Maestà sua in perigliosi tempi. Allora non incontrammo difficoltà a trovare centinaia di reclute inglesi.
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