Infine i distretti privilegiati, dentro i quali il Governo papale non aveva maggior potenza che nel Louvre o nell'Escuriale, comprendevano mezza la città. Ogni asilo era pieno di contrabbandieri, di falliti disonesti, di ladri e d'assassini. In ogni asilo erano magazzini di cose rubate o di mercanzie fraudolentemente introdotte. Da ogni asilo uomini facinorosi uscivano di notte a saccheggiare ed a pugnalare la gente. In nessuna terra della Cristianità, quindi, la legge era così impotente e la malvagità sì audace come nell'antica metropoli della religione e dell'incivilimento. Intorno a siffatto danno Innocenzo pensava come si conveniva ad un sacerdote e ad un principe. Dichiarò dunque di non volere accogliere nessuno Ambasciatore il quale si ostinasse a mantenere un diritto distruggitore dell'ordine e della morale. Vi fu dapprima un gran mormorare, ma egli si mostrò cotanto fermo che tutti i Governi, tranne un solo, in breve tempo cederono. Lo Imperatore, che per grado era il primo tra tutti i monarchi cristiani, la Corte di Spagna, che predistinguevasi fra tutte per suscettibilità e pertinacia ne' punti d'etichetta, rinunciarono al mostruoso privilegio. Il solo Luigi si mostrò intrattabile, dicendo importargli poco ciò che piacesse agli altri sovrani di fare. Per la qual cosa spedì a Roma un'ambasceria, scortata da numeroso stuolo di cavalli e di fanti. Lo Ambasciatore giunse al suo palazzo come un generale che entri trionfante in una città conquistata. Il palazzo era fortemente guardato; attorno al recinto privilegiato le sentinelle facevano la ronda di giorno e di notte, come sopra le mura d'una fortezza.
| |
Governo Louvre Escuriale Cristianità Innocenzo Ambasciatore Governi Imperatore Corte Spagna Luigi Roma Ambasciatore
|