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      Mentre suscitavano contro sè stessi la nimistà di ogni setta, egli poneva sommo studio a conciliarsele tutte. Con isquisito magistero presentò ai vari Governi in differente aspetto il gran disegno ch'egli meditava; ed è mestieri aggiungere che quantunque tali aspetti fossero differenti, nessuno era falso. Esortò i Principi della Germania settentrionale a collegarsi con lui per difendere la causa comune di tutte le chiese riformate. Pose sotto gli occhi de' due capi della Casa d'Austria il pericolo onde erano minacciati dall'ambizione francese, e la necessità di redimere l'Inghilterra dal vassallaggio e di congiungerla alla Federazione Europea(1094). Mostrossi sdegnoso, e con tutta verità, d'ogni bacchettoneria. Diceva che il vero nemico de' Cattolici Inglesi era quel monarca, uomo corto di vista, e duro di cuore, il quale potendo agevolmente ottenere ad essi una tolleranza legale, aveva calpestata la legge, la libertà e il diritto di proprietà, per inalzarli ad un predominio odioso e precario. Se si lasciava continuare nella sua insania ne conseguiterebbe tra breve uno scoppio popolare, al quale terrebbe dietro una barbara persecuzione de' papisti. Il Principe dichiarava che lo evitare gli errori di tale persecuzione era uno de' precipui suoi fini. Ove egli fosse avventurato nel suo disegno, adoprerebbe lo acquistato potere come capo de' Protestanti, a proteggere i credenti nella Chiesa di Roma. Forse le passioni destate dalla tirannia di Giacomo renderebbero impossibile l'abrogazione delle leggi penali, ma un savio governo ben poteva mitigarle.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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