Aveva patteggiato con Tyrconnel per cinque mila lire sterline l'anno, o cinquanta mila una volta sola, sopra l'Irlanda. Quali somme accumulasse vendendo impieghi, titoli e grazie, può solo immaginarsi, ma dovevano essere enormi. E' pareva che Giacomo godesse di far nuotare nell'oro un uomo ch'egli pretendeva d'avere convertito. Tutte le multe, tutte le confische andavano a Sunderland. In ogni concessione fatta esigeva una decima. Se qualche chiedente si rischiava implorare un favore direttamente dal Re, Giacomo gli rispondeva: "Avete voi parlato col Lord Presidente?" Un tale ardì dirgli che il Lord Presidente ingoiava tutto il danaro della Corte. "Bene" rispose Sua Maestà "egli lo merita tutto(1102)." Non vi sarebbe la minima esagerazione ad affermare che i guadagni del Ministro giungevano a trenta mila lire sterline l'anno: ed è mestieri rammentarsi che le rendite di trenta mila sterline erano in quel tempo più rare di quello che siano ai dì nostri le rendite di cento mila. È probabile che allora in tutto il Regno non vi fosse alcun Pari, la cui entrata patrimoniale uguagliasse quella che Sunderland traeva dal proprio ufficio.
Poteva quindi Sunderland sperare che, sorto un nuovo ordine di cose, implicato, come egli era, in atti illegali ed impopolari, membro dell'Alta Commissione, rinnegato che il popolo in tutti i luoghi di pubblico convegno chiamava papista cane, egli conseguisse maggiore opulenza e grandezza? Poteva inoltre sperare di sottrarsi alla ben meritata pena?
Certo egli era assuefatto da lungo tempo a prevedere il giorno, in cui Guglielmo e Maria, nel corso ordinario della natura e della legge, sarebbero saliti sul trono d'Inghilterra, ed è probabile che avesse tentato di aprirsi la via al favor loro con promesse e servigi, i quali, ove fossero stati scoperti, non avrebbero accresciuto il suo credito in Whitehall.
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