Gli rimaneva una via a salvarsi, via più terribile per un animo nobile di quello che sia la prigione o il patibolo; poteva forse, con una tradigione commessa a tempo, conseguire il perdono dagl'inimici del Governo. Stava in lui di render loro inestimabili servigi: poichè egli godeva della piena fiducia del Re, aveva grande influenza nella cabala gesuitica, e la cieca confidenza dello Ambasciatore Francese. Non mancava un mezzo di comunicazione, mezzo degno del fine al quale egli voleva giungere. La Contessa di Sunderland era una artificiosa donna, e sotto il manto della divozione che ingannava gli uomini gravi, conduceva di continuo amorosi e politici intrighi(1104). Il bello e dissoluto Enrico Sidney era stato per lungo tempo il suo favorito amante. Al marito piaceva di vederla in tal modo posta in comunicazione con la Corte dell'Aja. Quando egli desiderava far giungere un segreto messaggio in Olanda, parlava con la sua moglie; la quale scriveva a Sidney; e Sidney comunicava la lettera a Guglielmo. Una di coteste lettere, intercettata, fu recata a Giacomo. Essa protestò fervidamente chiamandola apocrifa. Sunderland con singolarissima astuzia si difese dicendo che era impossibile a qualunque uomo essere cotanto vile da fare ciò ch'egli veramente faceva. "E quando anche fosse carattere di Lady Sunderland" soggiunse, "io non vi ho nulla da vedere. Vostra Maestà conosce le mie domestiche sciagure. La relazione di mia moglie con Sidney è pur troppo nota a tutti. Chi potrebbe mai credere ch'io scegliessi a mio confidente l'uomo che mi ha offeso nell'onore, l'uomo che sopra tutti i viventi io dovrei maggiormente odiare(1105)?" Questa difesa fu reputata soddisfacente; e l'irco marito seguitò a comunicare secretamente colla sua moglie adultera, l'adultera con l'amante, e lo amante co' nemici di Giacomo.
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