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      A Middleton fu ingiunto di assicurare tutti i ministri stranieri come non esistesse tra la Francia e l'Inghilterra quella lega, che la Corte di Versailles voleva, pei propri fini, far credere. Al Nuncio il Re disse che i disegni di Luigi erano manifestissimi e che verrebbero frustrati. Questa officiosa protezione era un insulto e insieme una trappola. "Il mio buon fratello" soggiunse Giacomo "ha ottime qualità; ma l'adulazione e la vanità gli hanno dato volta al cervello(1113)." Adda, al quale importava più Colonia che la Inghilterra, secondò cotesto strano inganno. Albeville, che era già ritornato al suo posto, ebbe comandamento di dare assicurazioni d'amistà agli Stati Generali e di aggiungere parole che sarebbero state convenevoli sulle labbra d'Elisabetta o di Cromwell. "Il mio Signore" disse egli "per la sua potenza e pel suo animo si è inalzato al di sopra della posizione dove la Francia pretende tenerlo. Vi è qualche differenza tra un Re d'Inghilterra ed un Arcivescovo di Colonia." L'accoglienza fatta a Bonrepaux in Whitehall fu fredda. I soccorsi marittimi ch'egli offriva non furono affatto ricusati: ma gli fu forza tornarsene senza avere nulla concluso; e agli Ambasciatori delle Province Unite e della Casa d'Austria fu detto che l'ambasciata francese non era stata gradita dal Re e non aveva prodotto nessun effetto. Dopo la Rivoluzione Sunderland vantossi, e forse diceva il vero, d'avere indotto il proprio signore a rifiutare lo aiuto proffertogli dalla Francia(1114).


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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