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      La ostinata demenza di Giacomo destò, come era naturale, lo sdegno del suo potente vicino. Luigi si dolse che in ricambio de' grandissimi servigi ch'egli poteva rendere al Governo inglese, quel Governo gli aveva dato una mentita in faccia a tutta la Cristianità. Notò giustamente che tutto ciò che era stato detto da Avaux rispetto alla alleanza tra la Francia e la Gran Bretagna era vero secondo lo spirito, comechè forse non vero secondo la lettera. Non esisteva trattato compilato in articoli, munito di firme, sigilli e ratifiche; ma pel corso di parecchi anni erano state ricambiate tra le due Corti assicurazioni equivalenti, nell'opinione degli uomini d'onore, ad un trattato. Luigi aggiunse che per quanto fosse elevato il suo posto in Europa, non avrebbe mai sentita tanto assurda gelosia della propria dignità da prendere per insulto un atto suggerito dall'amicizia. Ma Giacomo era in condizioni differentissime, e in breve conoscerebbe il pregio di un aiuto da lui con sì poca buona grazia ricusato(1115).
      Nulladimeno, malgrado la stupidità e la ingratitudine di Giacomo, sarebbe stato savio provvedimento per Luigi il persistere nella determinazione notificata agli Stati Generali. Avaux che per sagacia e discernimento era degno antagonista di Guglielmo, era assolutamente di questa opinione. Precipuo scopo del Governo francese - così ragionava lo esperto Ambasciatore - dovrebbe essere quello d'impedire la invasione della Inghilterra. Il modo d'impedirla era d'invadere i Paesi Bassi sotto il dominio della Spagna, e minacciare i batavi confini.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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