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      Per averla avversata, tre anni innanzi, era caduto in disgrazia; e fra le cose che erano quinci succedute non ve n'era alcuna che gli potesse far cangiare opinione. Giacomo, dall'altro canto, era fermamente deliberato di non fare concessione alcuna intorno a quel punto(1126). Rispetto alle altre cose era meno pertinace. Emanò un proclama col quale solennemente prometteva proteggere la chiesa d'Inghilterra e mantenere l'Atto d'Uniformità. Dichiaravasi desideroso di fare grandi sacrifici alla concordia. Diceva non volere più oltre insistere sull'ammissione de' Cattolici Romani alla Camera de' Comuni; e sperava di sicuro che i suoi sudditi giustamente apprezzerebbero la prova ch'egli porgeva a volere appagare i loro desiderii. Tre giorni dopo espresse la intenzione di porre nuovamente in ufficio i magistrati o i luogotenenti deputati ch'egli aveva destituiti per avere ricusato di secondare la politica del governo. Il dì dopo la comparsa di questa notificazione Compton fu dalla sospensione prosciolto(1127).
      XXXVII. Nel tempo medesimo il Re diede udienza a tutti i vescovi che erano in Londra. Avevano chiesto d'essere ammessi alla presenza di lui onde confortarlo de' loro consigli in quelle gravissime circostanze. Il Primate favellò per tutti. Rispettosamente pregò il Re a porre l'amministrazione nelle mani d'uomini che avessero i debiti requisiti per condurre il governo; revocare tutti gli atti consumati sotto pretesto della potestà di dispensare; annullare l'Alta Commissione; riparare alle ingiustizie commesse contro il Collegio della Maddalena, e rendere ai Municipii le loro antiche franchigie.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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