XLIV. La flotta olandese andando rapidamente col vento in poppa, giunse allo Stretto verso le ore dieci antimeridiane nel sabato del 3 novembre. La precedeva lo stesso Guglielmo sul Brill. Seicento e più navi, gonfie le vele dal prospero vento, lo seguivano. I legni da trasporto tenevano il centro fiancheggiati da più di cinquanta vascelli da guerra. Herbert col titolo di Luogotenente Generale Ammiraglio comandava la intera flotta, e stavasi nel retroguardo: e molti marinaj inglesi, infiammati dall'odio contro il papismo e attirati dalla buona paga, erano sotto i suoi ordini. Non senza difficoltà Guglielmo potè indurre alcuni ufficiali olandesi di grande reputazione a sottoporsi alla autorità d'uno straniero. Ma questo provvedimento era sommamente savio. Nella flotta del Re esistevano molti mali umori ed un fervido zelo per la fede protestante. A memoria de' vecchi marinaj la flotta inglese e la olandese avevano tre volte con eroico coraggio e varia fortuna conteso per lo impero del mare. I nostri marinaj non avevano dimenticato Tromp che aveva minacciato di spazzare con una scopa il Canale, o De Ruyter che aveva appiccato il fuoco agli arsenali del Medway. Se le due nazioni rivali si trovassero nuovamente faccia a faccia sull'elemento alla cui sovranità entrambe pretendevano, ogni altro pensiero cederebbe alla vicendevole animosità; e ne seguirebbe forse sanguinosa ed ostinata battaglia. Una sconfitta sarebbe stata fatale alla impresa di Guglielmo. Anche la vittoria avrebbe sconcertato i profondamente meditati disegni della sua politica.
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