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      Rammentavasi parimente come i due eroi, i quali indissolubilmente congiunti dal comune Protestantismo ora entravano in Exeter, un tempo erano stati l'uno all'altro avversi sotto le mura di Maastricht(1156), e che la energia del giovine principe era stata costretta a cedere alla fredda scienza del veterano, il quale adesso cavalcava amico al fianco di Guglielmo. Seguiva poi una colonna di fanti svizzeri barbuti, famosi per valore e disciplina già da due secoli in tutte le guerre del continente, ma non veduti mai fino allora in Inghilterra. Venivano quindi parecchie legioni, le quali, secondo la costumanza di quei tempi, portavano i nomi de' loro condottieri, Bentinck, Solmes e Ginkell, Talmash e Mackay. Con peculiare compiacenza gl'Inglesi miravano un valoroso reggimento che tuttavia portava il nome dell'onorando e compianto Ossory. Lo effetto di cotesto spettacolo era accresciuto dalla memoria delle famose gesta delle quali erano stati parte molti dei guerrieri che adesso entravano per Porta Orientale: imperocchè avevano ben altrimenti militato che la guardia civica di Devonshire o i soldati del campo di Hounslow. Alcuni di loro avevano respinto il feroce assalto de' Francesi sul campo di Seneff, altri erano venuti alle mani con gl'Infedeli per difendere la Cristianità nel gran giorno in cui fu levato lo assedio di Vienna. L'accesa fantasia faceva nella moltitudine aberrare gli stessi sensi. Lettere di notizie spargevano per ogni contrada del Regno favolosi racconti della statura e della forza degli invasori.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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