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      I suoi amici nelle contrade occidentali non avevano fatto apparecchi di nessuna specie, e rimasero naturalmente sconcertati trovandosi allo improvviso chiamati ad iniziare un movimento sì grande e pieno di pericoli. Rammentavano, o, per dir meglio, avevano dinanzi agli occhi i disastrosi effetti della ribellione, forche, capi mozzi, membra squartate, famiglie tuttavia coperte di vesti gramagliose per la morte di que' valorosi che avevano amata la patria loro di grande ma imprudente amore. Dopo esempi così terribili e recenti era naturale lo esitare. Era medesimamente naturale, dall'altro canto, che Guglielmo, il quale, fidandosi alle promesse giuntegli dalla Inghilterra, aveva posto a repentaglio non solo la fama e le sorti sue, ma anche la prosperità e la indipendenza della sua terra natia, ne rimanesse profondamente mortificato. E n'ebbe tanto sdegno, che parlò di retrocedere a Torbay, rimbarcare le sue truppe, e ritornare in Olanda abbandonando coloro che lo avevano tradito al ben meritato destino. Infine il lunedì, 12 novembre, un gentiluomo chiamato Burrington, che abitava nelle vicinanze di Crediton, accorse al vessillo del Principe, e il suo esempio fu seguito da alcuni altri di quei luoghi.
      LI. E già parecchi personaggi di maggiore importanza da varie parti del paese dirigevansi ad Exeter. Primo tra loro era Giovanni Lord Lovelace, uomo cospicuo per gusto, per magnificenza e per audaci e veementi opinioni Whig. Era stato per cagioni politiche cinque o sei volte messo in carcere.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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