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      Nel tempo stesso gl'insorti dichiaravano di non considerare qual ribellione, ma quale legittima difesa, il resistere ad un tiranno, che, tranne la propria volontà, non conosceva legge veruna. La insurrezione del paese settentrionale diventava ogni giorno più formidabile. Quattro potenti e ricchi Conti, cioè Manchester, Stamford, Rutland, Chesterfield giunsero a Nottingham, e furono seguiti da Lord Cholmondley e da Lord Grey di Ruthyn(1185).
      Intanto le due armate nel mezzogiorno facevansi l'una all'altra sempre più presso. Il Principe d'Orange, saputo lo arrivo del Re a Salisbury, pensò essere tempo di partirsi da Exeter. Pose la città e il paese circostante sotto il governo di Sir Eduardo Seymour, e il mercoledì 21 novembre, scortato da molti de' più notevoli gentiluomini delle contrade occidentali, si avviò ad Axminster, dove rimase vari giorni.
      Il Re ardeva di venire alle mani; ed era naturale ch'egli così bramasse. Ogni ora che passava, scemava le sue forze, ed accresceva quelle del nemico. Inoltre era importantissimo che le sue truppe venissero allo spargimento del sangue: imperciochè una grande battaglia, qualunque ne fosse l'esito, non poteva altro che nuocere alla popolarità del Principe. Guglielmo intendeva profondamente tutto ciò, ed era deliberato di evitare, quanto più potesse, un combattimento. Dicesi che quando a Schomberg fu riferito che i nemici si appressavano deliberatissimi a combattere, rispondesse col contegno di capitano espertissimo nell'arte sua: "Sarà come vorremo noi.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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