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      Fu quindi costretto a differire la sua gita, e porsi in mano de' medici. La emorragia non gli cessò se non dopo tre giorni; e intanto gli giungevano funestissime nuove.
      Non era possibile che una congiura la quale aveva sì sparse le fila come quella di cui Churchill era capo, si tenesse strettamente secreta. Non v'era prova che potesse farlo tradurre dinanzi ai Giurati o ad una corte marziale: ma strani bisbigli correvano per tutto il campo. Feversham, il quale era comandante supremo, riferì che regnavano sinistri umori nell'armata. Fu fatto intendere al Re che alcuni i quali gli stavano da presso non gli erano amici, e che sarebbe stata saggia cautela mandare Churchill e Grafton sotto buona guardia a Portsmouth. Giacomo respinse il consiglio; dacchè fra i suoi vizi non era la inclinazione a sospettare. A vero dire la fiducia ch'egli poneva nelle proteste di fedeltà e d'affetto, era quanta ne avrebbe potuto avere più presto un fanciullo di buon cuore e privo d'esperienza, che un politico molto provetto negli anni, il quale aveva praticato assai il mondo, aveva molto sofferto dalle arti degli scellerati, e il cui carattere non faceva punto onore alla specie umana. Sarebbe difficile additare un altro uomo, il quale, così poco scrupoloso a rompere la fede, fosse così restio a credere che altri volesse contro di lui tradirla. Nondimeno le nuove ricevute intorno le condizioni della sua armata lo conturbarono molto. Adesso non più mostravasi impaziente di venire a battaglia: pensava anzi di ritirarsi.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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