Il campo levossi con tal confusione che rendeva immagine d'una fuga. Niuno sapeva di chi fidarsi, e a cui obbedire. La forza materiale dello esercito era di poco scemata; ma la morale non era più. Molti, che la vergogna frenava dal correre al quartiere generale del Principe, affrettaronsi a seguire lo esempio dal quale avrebbero ognora aborrito; e molti che avrebbero difeso il Re mentre pareva risolutamente correre incontro agl'invasori, non si sentirono inchinevoli a seguire un vessillo che fuggiva(1191).
Giacomo quel giorno giunse ad Andover. Lo accompagnavano il Principe Giorgio suo genero, e il Duca d'Ormond. Entrambi erano fra' cospiratori, e avrebbero forse tenuto dietro a Churchill, ove questi, a cagione di ciò che seguì nel consiglio di guerra, non avesse reputato più utile partirsi allo improvviso. La impenetrabile stupidità del Principe Giorgio in questa occasione gli fu più utile di ciò che sarebbe stata l'astuzia. Ogni qualvolta udiva alcun che di nuovo, egli aveva il vezzo di esclamare in francese: "Est-il possible?" Questo ritornello adesso gli fu di grande utilità. "Est-il possible?" gridò egli come seppe che Churchill e Grafton se n'erano andati. Ed appena giunte le sinistre nuove di Warminster, esclamò nuovamente: "Est-il possible?"
LXI. Il Principe Giorgio ed Ormond in Andover furono invitati a cenare col Re. Tristissima cena! Il Re gemeva sotto la soma delle sue sciagure. Il suo genero gli teneva stupidissima compagnia. "Io ho saggiato il Principe Giorgio mentre era sobrio," diceva Carlo II, "e l'ho saggiato mentre era ubriaco; e o briaco o sobrio non val nulla(1192)." Ormond, che per indole era timido e taciturno, non era verosimile che fosse d'allegro umore in quel momento.
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