Oramai mi son messo in capo una cosa, e vi rimango irremovibile, cioè, convocherò il Parlamento. Gli altri consigli che mi avete pôrti sono di grave momento: nè vi dee far meraviglia se innanzi di decidere, io prendo tempo una notte a pensarvi sopra(1197)." LXIV. Primamente Giacomo parve disposto a bene giovarsi del tempo da lui preso a riflettere. Al Cancelliere fu fatto comandamento di scrivere il decreto a convocare il Parlamento pel dì 13 gennaio. Halifax fu chiamato al palazzo, ed ebbe una lunga udienza, e parlò molto più liberamente di quello che egli aveva reputato decoroso di fare al cospetto d'una numerosa assemblea. Gli fu detto d'essere stato nominato commissario per trattare col Principe d'Orange. In questo ufficio gli furono dati a compagni Nottingham e Godolphin. Il Re dichiarò d'essere parato a fare grandi sacrifici per amore della pace. Halifax rispose ch'era d'uopo farli pur troppo. "Vostra Maestà" disse egli "non deve aspettarsi che coloro i quali hanno in mano il potere, consentano a patti che lascino le leggi in balía della regia prerogativa." Con questa distinta dichiarazione delle sue mire, egli accettò la commissione che il Re desiderava affidargli(1198). Leconcessioni che poche ore innanzi erano state ostinatissimamente respinte, adesso furono fatte in modo liberalissimo. Fu pubblicato un proclama nel quale il Re non solo concedeva pieno perdono a tutti i ribelli, ma li dichiarò elegibili al prossimo Parlamento. Nè anche si richiedeva come condizione d'elegibilità che dovessero porre giù le armi.
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