Le stesse sentinelle che guardavano il palazzo cantavano sotto voce: "Gl'Inglesi bevono a confusione del Papismo, Lillibullero bullen a la." Le tipografie clandestine di Londra lavoravano senza posa. Molti fogli correvano giornalmente per la cittą, nč i magistrati avevano modo o non volevano scoprire per quali mezzi.
LXVIII. Uno di questi scritti hanno salvato dall'oblio la singolare audacia onde era composto e lo immenso effetto che produsse. Simulava d'essere un supplemento al Manifesto del Principe d'Orange, scritto di suo pugno e munito del suo sigillo: ma lo stile era molto diverso da quello del Manifesto vero. Minacciava vendetta, senza riguardo alle costumanze de' popoli inciviliti e cristiani, contro tutti quei papisti che osassero parteggiare pel Re. Verrebbero trattati non come soldati o gentiluomini, ma come predoni. La ferocia e licenza dell'armata degli invasori che una vigorosa mano aveva fino allora rattenuti, sarebbe lasciata senza freno contro i papisti. I buoni protestanti, e in ispecie coloro che abitavano nella metropoli, venivano esortati, a nome di quanto avevano di pił caro al mondo, e comandati, sotto pena dello sdegno del Principe, a prendere, disarmare e condurre in carcere i Cattolici loro vicini. Dicesi che questo documento una mattina fosse trovato da un libraio Whig all'uscio della sua bottega. Affrettossi a stamparlo. Molti esemplari ne furono spediti per la posta e corsero rapidamente per le mani di tutti. Gli uomini savi non esitarono a reputarlo scrittura foggiata da qualche irrequieto e immorale avventuriere della razza di coloro che nei tempi torbidi sono sempre pronti ad eseguire i pił vili e tenebrosi uffici delle fazioni.
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