La povera creatura passò il Tamigi a Kingston, e fu condotta a Whitehall con tanta secretezza che molti la credevano tuttavia a Portsmouth(1224).
LXXIII. Adesso il primo pensiero di Giacomo era quello di mandare il figlio e la moglie senza indugio fuori del Regno. Ma di chi fidarsi per eseguire la fuga? Dartmouth era il più leale de' Tory protestanti; e Dartmouth aveva ricusato. Dover era creatura de' Gesuiti: e anche Dover aveva esitato. Non era assai facile trovare un Inglese d'alto grado ed onore il quale si togliesse lo incarico di porre nelle mani del Re di Francia lo erede presuntivo della Corona d'Inghilterra.
In queste circostanze Giacomo pose gli occhi sopra un gentiluomo francese il quale allora dimorava in Londra, cioè Antonio Conte di Lauzun. È stato detto che la vita di costui fosse più strana d'un sogno. Ne' suoi giovani anni era stato intimo collega di Luigi, ed aveva avuta speranza de' più alti impieghi sotto la Corona francese. Poi la fortuna volse la sua ruota. Luigi aveva con amari rimproveri allontanato da sè lo amico della sua giovinezza, e, dicesi, poco mancò non lo schiaffeggiasse. Il caduto cortigiano era stato rinchiuso in una fortezza: ma ne era uscito, aveva riacquistata la grazia del suo signore, ed acceso il cuore ad una delle più grandi dame d'Europa, cioè Anna Maria, figlia di Gastone Duca d'Orleans, nipote del Re Enrico IV, ed erede delle immense possessioni della Casa di Monpensier. I due amanti si volevano congiungere in matrimonio, che fu assentito dal Re. Per poche ore Lauzun fu considerato in Corte come membro adottivo della famiglia Borbone.
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