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      Spinto da tali sentimenti Lauzun con ardore accettò l'alto incarico propostogli. Gli apparecchi per la fuga si fecero sollecitamente: fu ordinato che una nave stesse pronta a Gravesend: ma giungere a Gravesend non era agevole cosa. La città era in estremo concitamento. La minima cagione bastava a fare ragunare il popolo. Nessun forestiero poteva mostrarsi per le vie senza timore d'essere fermato, interrogato, e condotto dinanzi a un magistrato come fosse gesuita travestito. Era quindi necessario prendere la via lungo la sponda meridionale del Tamigi. Non fu trascurata nessuna cautela a evitare ogni sospetto. Il Re e la Regina, secondo il consueto modo, ritiraronsi per riposare. Quando per qualche tempo fu quiete universale in palazzo, Giacomo levatosi chiamò uno de' suoi servitori dicendogli; "Troverete un uomo alla porta dell'anticamera; conducetelo a me." Il servo obbedì, e Lauzun fu introdotto nella stanza del regio talamo. "Affido a voi" disse Giacomo "la Regina e mio figlio; bisogna porre a rischio ogni cosa per condurli in Francia." Lauzun con ispirito veramente cavalleresco rese grazie del pericoloso onore che Giacomo gli faceva, e chiese licenza di giovarsi dello aiuto del suo amico Saint-Victor gentiluomo provenzale, che aveva dato numerose prove di coraggio e di fede. Il Re accettò volentieri i servigi di un tanto uomo. Lauzun porse la mano a Maria; Saint-Victor inviluppò nel suo caldo pastrano lo sventurato erede di tanti Re: e scesi giù per una scala secreta, s'imbarcarono in una gondola scoperta.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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