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      La vasta provigione di carta, che in gran parte non era lordata dalla stampa, apprestò materia ad un immenso falò. Da' monasteri, dai templi, dai pubblici uffici la furibonda moltitudine si volse alle private abitazioni. Parecchie case furono saccheggiate e distrutte: ma la pochezza del bottino non appagando i saccheggiatori, tosto si sparse la voce che le cose più preziose de' papisti erano state poste al sicuro presso gli ambasciatori stranieri. Nulla importava alla selvaggia e stolta plebaglia il diritto delle genti e il rischio di provocare contro la patria la vendetta di tuttaquanta l'Europa. Le case degli ambasciatori furono assediate. Una gran folla si raccolse dinanzi la porta di Barillon in Saint James's Square. Ei nondimeno si condusse meglio di quel che si sarebbe creduto. Imperocchè, quantunque il Governo da lui rappresentato fosse tenuto in aborrimento, la liberalità sua nello spendere e la puntualità nel pagare lo avevano reso bene affetto al popolo. Inoltre egli aveva presa la precauzione di chiedere parecchi soldati a guardia della sua casa: e perchè vari uomini d'alto grado che abitavano vicino a lui, avevano fatto lo stesso, una forza considerevole si raccolse in quella piazza. La tumultuante plebe quindi, assicuratasi che sotto il tetto di Barillon non v'erano nascosti nè armi nè preti, cessò di molestarlo e ne andò via. Lo ambasciatore veneto fu protetto da una compagnia militare: ma le magioni dove abitavano i ministri dello Elettore Palatino e del Granduca di Toscana, furono distrutte.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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