In tal guisa una marea andò perduta. Era quasi a mezzo il suo corso la notte allorquando la nave cominciò a muoversi. In que' giorni la nuova che il Re era scomparso, che il paese era senza governo, e Londra tutta sossopra, erasi sparsa lungo il Tamigi, e ne' luoghi dove era giunta aveva fatto nascere violenza e disordine. I rozzi pescatori della spiaggia di Kent adocchiarono con sospetto e cupidigia la nave. Corse voce che alcuni individui vestiti da gentiluomini erano frettolosamente andati in sul bordo. Forse erano Gesuiti: forse erano ricchi. Cinquanta o sessanta barcaiuoli, spinti a un tempo dall'odio contro il papismo e dalla avidità di predare, circondarono la nave quando ella era in sul punto di far vela. Fu detto ai passeggieri che bisognava andare a terra per essere esaminati da un magistrato. La figura del Re suscitò de' sospetti. "Gli è padre Petre" gridò uno di que' ribaldi "lo conosco alle sue scarne ganasce." - "Fruga cotesto vecchio gesuita, cotesto viso da galera" urlarono tutti ad una voce. Ei tosto fu segno alle ruvide spinte di coloro che lo circondavano. Gli tolsero i danari e l'oriuolo. Egli aveva addosso l'anello della incoronazione ed altre gioie di gran valore, che sfuggirono alle ricerche di que' ladri, i quali erano così ignoranti in materia di gioie che presero per pezzi di vetro i diamanti delle fibbie del Re.
In fine i prigioni furono messi a terra e condotti ad una locanda. Quivi a vederli erasi affollata molta gente; e Giacomo, quantunque fosse sfigurato da una parrucca di forma e colore diversa da quella ch'egli era uso a portare, fu a un tratto riconosciuto.
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