Per un istante la plebaglia parve compresa di terrore; ma i capi esortandola la rianimarono; e la vista di Hales, che tutti ben conoscevano e forte odiavano, infiammò il loro furore. Il suo parco era in quelle vicinanze, e in quel momento stesso una banda di facinorosi saccheggiavano la casa e davano la caccia ai cervi di lui. La folla assicurò il Re, che non aveva intenzione di fargli alcun male, ma ricusò di lasciarlo partire. Avvenne che il Conte di Winchelsea protestante ma fervido realista, capo della famiglia Finch e prossimo parente di Nottingham, si trovasse in Canterbury. Appena seppe lo accaduto corse in fretta alla costa accompagnato da alcuni gentiluomini di Kent. Per mezzo loro il Re fu condotto a un luogo più convenevole: ma rimaneva tuttavia prigioniero. La folla non cessava di vigilare attorno alla casa dove era stato condotto; e alcuni dei capi stavansi a guardia dinanzi l'uscio della sua camera. Il suo contegno infrattanto era quello di un uomo snervato di mente e di corpo sotto il peso delle proprie sciagure. Talvolta parlava con tanta alterigia che i villani, i quali lo guardavano, sentivansi provocati ad insolenti risposte. Poi piegavasi a supplicare. "Lasciatemene andare" diceva egli "procuratemi una barca. Il Principe d'Orange mi fa la caccia per togliermi la vita. Se non mi lascerete fuggire, e' sarà troppo tardi. Il mio sangue ricadrà sulle vostre teste. Colui che non è con me, è contro me." Togliendo occasione da queste parole del Vangelo predicò per mezz'ora.
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